Io, mammeta e tu!
Ah, la propria mamma! Lei sì che sa come si allevano i bambini, cosa è giusto e cosa è sbagliato, quando il neonato ha fame, quando ha sonno, quando deve essere lasciato piangere.
Lei sa come dev’essere vestito perché non prenda freddo, quando può essere portato a passeggio, quanta crema di riso deve mangiare quando viene svezzato.
La mamma della mamma ha diritto assoluto e totale di girovagare per casa della puerpera ogni giorno, quando non anche ogni notte (magari un lettino vicino alla culla se il neonato piange e non si sa come consolarlo alle tre del mattino…).
Ora, questa è evidentemente una vignetta esagerata, ma prende spunto da ciò che spesso accade quando una nuova famiglia si crea; può non essere sempre la nonna materna l’assoluta protagonista, a volte è la suocera o una zia. Ma il principio non cambia.
Quando una donna diventa mamma per la prima volta ha un naturale movimento di avvicinamento verso la persona che sente più incarnare l’idea di maternità, quasi sempre è la propria madre. Questo avviene fisiologicamente, è la natura che muove a ritornare piccole per identificarsi col proprio cucciolo e quindi ad avvicinarsi a chi si è preso cura di noi nell’infanzia.
Però ricordiamoci che abbiamo scelto di fare un bambino con il nostro compagno e il papà è l’altra metà della nostra famiglia. I papà si possono sentire completamente inutili e ignoranti se esclusi dalla gestione del piccolo. Va loro concesso di mettersi in gioco insieme a noi.
Inoltre ogni mamma deve imparare piano piano a conoscere il suo bambino, deve darsi il tempo di sintonizzarsi con lui… e deve soprattutto ricordare che nessuno ha il manuale di istruzioni, perché ogni piccolo è diverso.
I consigli possono essere importanti, ma non devono diventare dei dictat. Il segreto per essere una buona mamma è fidarsi di sé.
Dott.ssa Francesca Lesmo
Psicologa specialista dell’età evolutiva