I segnali di malessere nel bambino
Come facciamo ad accorgerci se a nostro figlio va tutto bene? Se è piccolo e ancora non sa raccontarci, se temiamo non si sappia difendere, se abbiamo paura che possa essergli successo qualcosa ma non vogliamo spaventarlo?
Purtroppo la cronaca ci bombarda con tristi notizie che hanno bambini indifesi come vittime: aggressioni, atti di bullismo, violenza, pedofilia. E ci chiediamo, attoniti e terrorizzati, come sia potuto succedere. Come mai nessuno se n’è accorto?
L’osservazione attenta è l’arma più potente a nostra disposizione: bisogna imparare a notare le discrepanze e porvi attenzione. Le aree in assoluto più sensibili nei bambini, quelle che più spesso si modificano in conseguenza a traumi o sofferenze sono quelle del cibo e del sonno: iper o ipoalimentazione improvvisa, difficoltà e angosce di addormentamento, incubi ricorrenti…
Anche l’apatia improvvisa o l’iperattività insolita, così come la difficoltà a concentrarsi o il bisogno di non rimanere mai da soli devono farci drizzare le antenne.
Non che tutti questi siano necessariamente segnali di emergenza, ma vanno notati e messi in relazione con le proprie preoccupazioni e i propri dubbi. Parlatene con qualcuno, cercate di capire.
Per fare un esempio concreto: l’inizio della scuola materna o del nido può portare a qualche angoscia e riflettersi sul sonno del piccolo, ma ne potete leggere il motivo nella nuova esperienza che sta vivendo e che gli fa fare un po’ di fatica.
Se però il vostro bambino, senza causa apparente, smette di volersi alimentare o comincia a urlare di notte fate sì che vi si accenda la spia rossa dell’attenzione: potenziate la vostra sensibilità, consultate il pediatra, fatevi delle domande e cercate le risposte.
I bambini, tanto più se sono piccoli, possono essere estremamente in difficoltà a raccontare a parole ciò che li turba; il loro corpo esprime il malessere senza mediazioni.
Dott.ssa Francesca Lesmo
Psicologa specialista dell’età evolutiva