I fratelli più grandi
È in arrivo un altro bambino: nel subbuglio che crea questa notizia l’occhio cade su quel bimbetto che gira per casa ignaro del fatto che non sarà mai più figlio unico e che la sua vita cambierà.
Diventare fratelli o sorelle maggiori è un po’ traumatico, implica rinunciare a una serie di sicurezze accumulate fino a quel momento e trovarsi a condividere i propri genitori con quel mostriciattolo urlante appena nato.
Non è un momento facile e ogni bambino reagisce diversamente. C’è chi regredisce, magari chiedendo di nuovo il ciuccio di cui si era abituato a fare a meno, o ricominciando a bagnare il letto, o rifiutandosi dormire nella propria cameretta per infilarsi nel lettone. C’è chi si arrabbia moltissimo con la mamma, colpevole di alto tradimento, e su di lei sfoga rabbia e frustrazione, spesso in maniera molto provocatoria e irritante, un po’ a dire “ti faccio provare io quello che mi hai fatto tu, adesso!”. C’è poi chi, con grande preoccupazione e sgomento dei genitori, si accanisce sul nuovo venuto, cercando in tutti i modi di danneggiarlo, così che almeno pianga per qualcosa, magari.
Non imponiamo ai figli di amare il nuovo venuto solo perché esiste: diamo loro il tempo di abituarsi all’idea, di capire che nulla è cambiato perché l’amore dei genitori si moltiplica per ogni figlio che nasce e non si suddivide. Rispettiamo il loro sgomento e aiutiamoli a capire che cosa stanno provando. E, mi raccomando, non cadiamo nel clichè di dire “tu oramai sei grande”: chi ci ha dato il diritto di decidere che nostro figlio da un giorno all’altro ha perso la sua infanzia? Abituiamoci piuttosto a dire “tu ora sei il fratello maggiore”; sembra identico ma implica un importante riconoscimento: sei solo più grande del nuovo venuto, ma resti comunque il mio piccolino.
Dott.ssa Francesca Lesmo