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I fratelli più grandi
È in arrivo un altro bambino: nel subbuglio che crea questa notizia l’occhio cade su quel bimbetto che gira per casa ignaro del fatto che non sarà mai più figlio unico e che la sua vita cambierà.
Diventare fratelli o sorelle maggiori è un po’ traumatico, implica rinunciare a una serie di sicurezze accumulate fino a quel momento e trovarsi a condividere i propri genitori con quel mostriciattolo urlante appena nato.
Non è un momento facile e ogni bambino reagisce diversamente. C’è chi regredisce, magari chiedendo di nuovo il ciuccio di cui si era abituato a fare a meno, o ricominciando a bagnare il letto, o rifiutandosi dormire nella propria cameretta per infilarsi nel lettone. C’è chi si arrabbia moltissimo con la mamma, colpevole di alto tradimento, e su di lei sfoga rabbia e frustrazione, spesso in maniera molto provocatoria e irritante, un po’ a dire “ti faccio provare io quello che mi hai fatto tu, adesso!”. C’è poi chi, con grande preoccupazione e sgomento dei genitori, si accanisce sul nuovo venuto, cercando in tutti i modi di danneggiarlo, così che almeno pianga per qualcosa, magari.
Insomma, è normalissimo avere una reazione anche forte quando nasce un fratellino o una sorellina. Ci si sente smarriti, traditi, messi da parte. E questo non solo è fisiologico, ma è anche una buona cosa, anche se può sembrare strano. Quando nella propria vita entra qualcuno che la rivoluziona, da piccoli così come da grandi, ci si sente inizialmente spaesati e arrabbiati: perché non poteva rimanere tutto come prima? Piano piano, però, non solo si impara a voler bene al nuovo venuto, fino a non potersi più immaginare una vita senza, ma si impara anche a stare bene un po’ con sé stessi, a saper rinunciare a piccoli momenti con la certezza che basta attendere per averne di più belli. È fondamentale però poter parlare chiaro e sincero, poter dire al proprio figlio maggiore “certo che questo fratellino è proprio venuto a romperti le scatole, ma dai gelosone che la mamma ti riempie ancora di coccole!” così come è importante ricavarsi alcuni spazi a tu per tu con il figlio maggiore, per fare cose che lo facciano sentire speciale perché al neonato sono precluse.
Non imponiamo ai figli di amare il nuovo venuto solo perché esiste: diamo loro il tempo di abituarsi all’idea, di capire che nulla è cambiato perché l’amore dei genitori si moltiplica per ogni figlio che nasce e non si suddivide. Rispettiamo il loro sgomento e aiutiamoli a capire che cosa stanno provando. E, mi raccomando, non cadiamo nel clichè di dire “tu oramai sei grande”: chi ci ha dato il diritto di decidere che nostro figlio da un giorno all’altro ha perso la sua infanzia? Abituiamoci piuttosto a dire “tu ora sei il fratello maggiore”; sembra identico ma implica un importante riconoscimento: sei solo più grande del nuovo venuto, ma resti comunque il mio piccolino.
Dott.ssa Francesca Lesmo
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