Ecco i 6 sintomi più comuni della listeriosi
La dolce attesa è un periodo intriso di grande gioia, senso di protezione e tenerezza che nasconde diverse insidie per la futura mamma. Rimanere incinta è un grande passo e, anche se non sembra, alcuni comportamenti e abitudini alimentari normalmente innocui rischiano di compromettere l'andamento della gravidanza e alterare lo sviluppo del bebè.
Capita spesso che le future mamme alla prima esperienza ignorino i rischi derivanti dal consumo di alimenti crudi, poco cotti o non lavati accuratamente. Nelle prime fasi della gravidanza, quindi, la donna in dolce attesa dovrebbe imparare a concedersi qualche ora per informarsi e prendere consapevolezza di tutto ciò che potrebbe o dovrebbe fare per evitare rischi.
Che cos'è la listeriosi?
La listeriosi è una tossinfezione alimentare causata dal batterio Listeria Monocytegones, una malattia piuttosto grave in caso di deficit del sistema immunitario e gravidanza. Il batterio Listeria Monocytegones è molto diffuso nel suolo, nelle acqua e nel fieno, tutti elementi che possono rappresentare un veicolo di contaminazione per bovini, caprini e ovini. La malattia batterica si trasmette all'uomo mediante il consumo di alimenti e acqua contaminati e il contatto diretto con persone o animali infetti.
Gli alimenti che rappresentano il rischio maggiore d'infezione sono il latte crudo o non pastorizzato, i formaggi a pasta molle, formaggi erborinati e formaggi a crosta fiorita, il pesce affumicato, la carne cruda, i prodotti a base di carne pronti al consumo e i vegetali crudi e non lavati accuratamente. Ecco perchè devi stare attenta ai formaggi socnsigliati in gravidanza.
La futura mamma deve stare molto attenta a non consumare gli alimenti potenzialmente pericolosi e a preferire prodotti che hanno subito la pastorizzazione e/o la cottura, anche se la contaminazione potrebbe avvenire anche dopo la cottura o prima della vendita al dettaglio.
Come riconoscere la listeriosi
Il contatto con il batterio Listeria Monocytegones genera un quadro di sintomi piuttosto vario e non sempre coincidente in tutti i casi. In linea generale, però, la listeriosi è caratterizzata da disturbi molto simili ai sintomi simil-influenzali e gastroenterici che per questo non fanno sospettare l'infezione da Listeria Monocytegones:
- Febbre (aumento improvviso della temperatura corporea)
- Dolori muscolari (manifestazione dolorosa che coinvolge tutto il corpo)
- Affaticamento generale (compromissione della normale routine)
- Nausea (desiderio di vomitare come nella classica intossicazione alimentare)
- Diarrea (aumento di volume, fluidità e frequenza dell'evacuazione)
- Mal di testa (sintomi tipico dello stato febbrile)
Esiste una forma invasiva di listeriosi...
La forma invasiva di listeriosi è legata alla diffusione dell'infezione dal tessuto intestinale e ad altre zone corporee, dando vita a manifestazioni differenti a seconda dell'apparato colpito:
- Rash cutanei (reazioni cutanee di vario genere)
- Batteriemia (batteri si riversano nel sangue)
- Encefalite (infiammazione che colpisce l'encefalo)
- Meningite (si infiammano le membrane protettive di midollo spinale ed encefalo)
- Endocardite (infiammazione del tessuto che riveste le valvole e le cavità del muscolo cardiaco)
- Peritonite (infiammazione della membrana sierosa che riveste l'interno e la cavità del peritoneo)
Il problema maggiore è che se il Listeria Monocytegones viene contratto durante la gravidanza, può trasmetterlo al nascituro e può generare gravi conseguenze quali aborto, parto prematuro e morte in utero.
La listeriosi, poi, può essere trasmessa dalla mamma al neonato durante il parto provocando problemi anche piuttosto gravi al bebè quali polmonite, meningite, lesioni della pelle, ascessi o congiuntivite purulenta.
Prevenire la listeriosi: si può!
Il batterio Listeria Monocytegones, purtroppo, si riproduce velocemente a tutte le temperature fino a 45 gradi, una caratteristica intrinseca che gli permette di vivere negli alimenti conservati in frigo. La futura mamma dovrebbe imparare a rispettare poche e semplici indicazioni per evitare il contagio e la proliferazione del batterio:
- Norme di igiene – Occorre rispettare le norme igieniche di manipolazione del cibo e lavare frequentemente frigorifero, superfici su sui si poggiano i cibi e utensili da cucina.
- Conservazione – Il cibo deve essere conservato in frigo a meno 4 gradi fino a quando non si decide di usarlo e i surgelati devono rispettare la catena del freddo.
- Cottura – Il pesce e la carne devono essere cotti completamente con una temperatura di almeno 70 gradi per scongiurare il contagio.
- Latte e derivati – Il latte e i prodotti lattiero-caseari devono essere consumati per assicurare una fonte privilegiata di calcio in gravidanza, fatta eccezione per il latte non pastorizzato e i prodotti crudi a base di latte non pastorizzato.