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Cosa si vede nell’ecografia 3D?

L'approccio alla gravidanza per una futura mamma passa attraverso le ecografie, gli unici esami diagnostici che permettono di studiare l'andamento della gestazione e la salute del nascituro.Le ecografie sfruttano le onde sonore ad alta frequenza per ottenere informazioni sonore in grado di elaborare un'immagine dell'utero, della placenta e del feto. Il tuo desiderio di prendere consapevolezza dello stato effettivo della tua gravidanza e del livello di sviluppo del tuo bebè rispetto alla settimana di gestazione si scontrerà con le diverse tipologie di ecografie possibili.

Le ecografie in 2D sfruttano il potenziale delle onde sonore per ottenere immagini bidimensionali in bianco e nero che forniscono informazioni dell'anatomia del feto ed evidenziano eventuali problemi o malformazioni. Questo tipo di ecografie rientrano nel Servizio Sanitario Nazionale in quanto il Ministero della Salute ha stabilito a due il numero di ecografie di routine sufficienti per comprendere l'andamento della gravidanza e la salute del feto, tre se il ginecologo ravvisa malformazioni o rischi per la gravidanza durante l'ecografia morfologica.

Sono meglio le ecografie in 2D o in 3d?

La futura mamma non deve far altro che stendersi sul lettino e attendere che il ginecologo proceda con la sonda a ultrasuoni sul pancione cosparso di gel conduttivo o inserisca la sonda per via vaginale (ecografia transvaginale). Le immagini in bianco e nero che si ricavano dalle onde sonore permettono di verificare il perfetto annidamento dell'ovulo fecondato nell'utero e la presenza di una gravidanza gemellare tra la sesta e la settima settimana, di esaminare le caratteristiche anatomiche del feto tra la diciannovesima e la ventunesima settimana e di vagliare eventuali anomalie anatomiche o alterazioni dello sviluppo e le condizioni del liquido amniotico tra la trentesima e la trentaduesima settimana.

Come si esegue l'ecografia 3d

sianstock || Shutterstock



Le ecografie in 3D, grazie a una tecnologia avanzata, memorizzano un preciso numero di sezioni mediante un processo di “rendering” e rimandano immagini statiche tridimensionali del nascituro in alta definizione. Le immagini offrono una panoramica tridimensionale alla futura mamma, la quale può conoscere i tratti del bambino che porta in grembo. In realtà, al di là dell'impatto emozionale, l'ecografia in 3D ricopre un ruolo clinico nella misura in cui può migliorare l'analisi della superficie fetale, della struttura ossea e della vascolarizzazione che interessa alcuni organi vitali.

Come si legge l'ecografia 3D

L'ecografia bidimensionale rappresenta l'esame diagnostico più sicuro per riconoscere le comuni problematiche fetali, ma l'ecografia in 3D permette di approfondire particolari sospetti rilevati con l'ecografia in 2D. La rappresentazione del feto in tre dimensione consente di escludere o evidenziare eventuali anomalie, contribuire alla disamina di malattie genetiche e cromosomiche e in particolare allo screening della sindrome di Down del primo trimestre e rilevare malformazioni fetali non riscontrate durante l'ecografia bidimensionale.

La visione in 3D offre una prospettiva molto più precisa dell'anatomia del feto, specialmente quando un'angolazione sfavorevole impedisce lo studio della funzionalità cardiaca del nascituro. La possibilità di osservare il feto su tre dimensioni favorisce la diagnostica precoce di anomalie del torace e irregolarità di organi fetali interni. L'ecografia in 3D porta alla luce eventuali difetti del viso, malformazioni a mani e piedi, difetti della colonna vertebrale e problemi a strutture anatomiche complesse come il cuore e il cervello. L'esame su tre dimensioni consente di misurare l'eventuale setto uterino, evitando che la futura mamma si sottoponga a esami più invasivi come l'isteroscopia o l'isterosalpingografia.

 

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