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Siamo ancora una coppia
Quando da due si diventa tre (o più) il cambiamento è una rivoluzione epocale: i ritmi vengono sovvertiti, le energie consumate, i pensieri sconvolti. Quando nasce un bambino la donna diventa mamma: la natura e la necessità la portano a dedicarsi al piccolo arrivato con una dedizione totale e assoluta perché egli dipende da lei in tutto e per tutto.
Il papà partecipa a tali cure, ma quasi sempre presto deve tornare al lavoro e la mamma resta sola con il bambino.
I bisogni del pargolo assorbono completamente il tempo e le risorse della mamma, che si trova a trasformare la propria vita: gli orari del cibo e del sonno, tanto per fare un esempio, non sono più così scontati, né così arbitrari.
Inoltre le prime settimane dopo il parto non si possono avere rapporti sessuali; a seconda del tipo di parto tale periodo può essere più o meno lungo.
Spesso le donne non avvertono tale latenza come eccessivamente problematica: il bambino le completa e a volte le satura, non c’è spazio per altre braccia che cingano o per altre bocche che s’avvicinino.
I neo papà si trovano così, improvvisamente, esclusi da un corpo e da un affetto che avevano dato per certo e spesso non si capacitano della reticenza delle neo mamme a riprendere l’attività sessuale anche quando diventa possibile.
È una situazione normale, la coppia sta affrontando una nuova fase della sua esistenza e ciò inevitabilmente porta il suo carico di fatica.
Ma la coppia è un orto che per dare frutto dev’essere coltivato, con costanza e passione: certo, quando arriva l’inverno lo si lascia riposare, ma per poterne gustare i prodotti a primavera bisogna metterci mano. Se lo trascurate per troppo tempo esso inaridirà, piano piano.
Non permettetevi di abituarvi a fare a meno della coppia che eravate, trovate degli spazi, dei momenti di intimità, di affetto, di vicinanza fisica e emotiva.
Dott.sa Francesca Lesmo
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